Nel corso degli ultimi anni mi è capitato di leggere tre romanzi di Björn Larsson.
Il cerchio celtico
Al primo di essi mi ha condotta il caso, cercavo qualcosa che mi chiamasse dagli scaffali della biblioteca, dove vado abitualmente a servirmi di libri, e mi sono imbattuta ne “Il cerchio celtico”, la cui quarta di copertina mi ha attirata, parlava di un thriller marinaro e i thriller, se ben condotti, mi piacciono. Così l’ho preso e l’ho letto. Secondo me la parte gialla è quasi una scusa per raccontare del mare, di quei mari del Nord, e della passione per la barca a vela. Comunque sia, questa sorta di diario di bordo, a me è piaciuto molto per quell’aspetto, per le descrizioni dei passaggi più arditi e pericolosi fra scogli e onde, per l’amore per il mare, amore che trasuda da ogni riga e da ogni parola: mi sembrava di essere anch’io sul Rustica, l’imbarcazione del protagonista, imbarcazione che è, a tutti gli effetti, uno dei personaggi principali.
Credo che durante la lettura di questo libro abbiano riecheggiato in me le letture giovanili dei tanti libri di Emilio Salgari, con i cui personaggi ho solcato per anni i mari che circondano la Malesia e il Borneo e quelli intorno alle Antille, la Giamaica, il Venezuela. Vele da issare e ammainare, timoni da tenere con forza e galeoni sottratti agli spagnoli governare con perizia: il primo amore, com’è noto non si scorda mai.
La vera storia del pirata Long John Silver
Ho trovato “Il cerchio celtico” più marinaro de “La vera storia del pirata Long John Silver”, in cui Larsson narra le vicende di Long John, uno dei personaggi de “L’isola del tesoro” di Robert Louis Stevenson. Trattandosi di un pirata lo avevo immaginato vivere molto più sul mare di quanto in realtà non risulti dalla sua vera storia, comunque avvincente e interessante: con il piglio del romanzo Larsson fornisce una descrizione del periodo storico e di alcune situazioni per nulla edificanti spesso trascurate.
È Long John stesso, che, ormai vecchio, racconta la sua vita e come tutti, o quasi, i protagonisti di romanzi, nonostante gli atti crudeli che ha compiuto, induce il lettore a simpatizzare con lui e perfino a immedesimarsi in lui. Forse questo avviene perché chi amministrava la giustizia solitamente non era migliore del condannato, forse perché, con tutti i suoi limiti e difetti, Long John è un uomo libero e gli uomini liberi incutono comunque rispetto e ammirazione.
Un altro bel romanzo, insomma, questo sul pirata, e, come narrazione, secondo me, senz’altro superiore al Cerchio, il cui fascino è legato soprattutto alle atmosfere e all’ambientazione.
I poeti morti non scrivono gialli – Una specie di giallo
Dopo il Cerchio e Long John gli scaffali della biblioteca mi hanno proposto “I poeti morti non scrivono gialli – Una specie di giallo”.
Il titolo è quanto mai veritiero, sia per il fatto che i morti, ovviamente, non scrivono sia per il fatto che si tratta di una specie di giallo, non di una detective storie di tipo canonico. La vicenda inizia con un suicidio o meglio con quello che sembra essere un suicidio e su questo si trova a indagare un poliziotto che è anche un poeta. L’evento, che forse è delittuoso, porta il poliziotto, e il lettore con lui, nel mondo dell’editoria e delle sue logiche, orientate sostanzialmente al guadagno più che alla qualità. È perciò anche un romanzo sulla scrittura e sulle motivazioni della scrittura e, per quanto mi riguarda, questo è stato uno dei motivi per cui l’ho letto.
Trovo che Larsson sia un autore in sintonia con me e il mio immaginario e per questo, nonostante sia passato un po’ di tempo da quando ho letto questi suoi romanzi, mi è venuta voglia di scriverne qualcosa, sull’onda del ricordo delle sensazioni che i libri mi hanno suscitato.
Prima o poi leggerò anche gli altri suoi romanzi, il problema è che ci sono molti più libri che vorrei leggere di quanti potrò mai anche soltanto aprire in quel che resta della mia vita.
Qualcuno ha letto Larsson e vuole dire cosa ne pensa?
a me il cerchio celtico era piaciuto un sacco!!
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Hai letto solo Il cerchio di Larsson?
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no, anche il porto dei sogni incrociati…altrettanto bello!!
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Non l’ho letto, lo terrò presente, per il prossimo giro in biblioteca, allora!
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