Un’altra poesia di Pavese che mi piace molto. È tratta dalla raccolta Lavorare stanca.
In realtà mi piacciono molto tutte le sue poesie, lette e rilette quando ero adolescente, come tutti i suoi romanzi. Rileggerle adesso, dopo decine di anni, è come ritrovare un vecchio amico, un ritmo e una musicalità mai dimenticati.
Sarà un giorno tranquillo, di luce fredda
come il sole che nasce o che muore, e il vetro
chiuderà l’aria sudicia fuori del cielo.Ci si sveglia un mattino, una volta per sempre,
nel tepore dell’ultimo sonno: l’ombra
sarà come il tepore. Empirà la stanza
per la grande finestra un cielo più grande.
Dalla scala salita un giorno per sempre
non verranno più voci, né visi morti.Non sarà necessario lasciare il letto.
Solo l’alba entrerà nella stanza vuota.
Basterà la finestra a vestire ogni cosa
di un chiarore tranquillo, quasi una luce.
Poserò un’ombra scarna sul volto supino.
I ricordi saranno dei grumi d’ombra
appiattati così come vecchia brace
nel camino. Il ricordo sarà la vampa
che ancor ieri mordeva negli occhi spenti.
che meraviglia.
le sue poesie vanno scandite a voce alta e con rispetto.
ogni volta che lo leggo mi stupisco di cotanta maestria.
Quanta grazie e dolore in quell’anima bella.
PS: sai che è nato ad un paio di km da casa mia?
"Mi piace""Mi piace"
Immaginavo, leggendo i tuoi post.
Pavese è stato un mito della mia adolescenza.
"Mi piace"Piace a 1 persona
A dire il vero io negli anni del liceo non me lo filavo molto. Lessi tutti i romanzi in un’estate, feci indigestione e non ne volli più sapere per molto tempo…poi piano piano ritornò. Per restare.
"Mi piace""Mi piace"
Non lo lessi per la scuola. Credo che mi affascinasse l’aspetto del suicidio, oltre alla scrittura.
"Mi piace"Piace a 1 persona