Ecco il link alla recensione
Un grande grazie a Daniela
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Un grande grazie a Daniela
It can’t be «Summer»!
That – got throught!
It’s early – yet – for «Spring»!
There’s that long town of White – to cross –
Before the Blackbirds sing!It can’t be «Dying»!
It’s too Rouge –
The Dead shall go in White –
So Sunset shuts my question down
With Cuffs of Chrysolite!Circa 1861
Interessante articolo
In una lettera del 1992, l’umorista canadese John Robert Colombo raccontò il seguente aneddoto su Hemingway: durante un pranzo con amici in un ristorante di New York (il Luchow o il The Algonquin), il grande scrittore americano sfidò i suoi convitati a mettere sul tavolo 10$, scommettendo che sarebbe riuscito a scrivere una storia in sole sei parole. Ovviamente vinse, scrivendo su un tovagliolo:
For sale: baby shoes, never worn (In Vendita: Scarpe Bimbo, Mai Usate).
L’aneddoto è un falso, e magari in un altro post vi racconterò come è nata e si è diffusa questa storia. In ogni modo, In Vendita: Scarpe Bimbo, Mai Usate rende perfettamente l’idea di cos’è una flash fiction o flash story.
Racconti e racconti brevi
La differenza tra romanzi, novelle e racconti sta principalmente nella loro lunghezza. Anche se non ci sono indicazioni ferree e limiti invalicabili, una classificazione di massima si basa…
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(titolo originale Doctor Thorne (1858); letto nella versione italiana del 2005, trad. Rossella Cazzullo)
La cosa che mi è piaciuta di più in questo romanzo, forse quella che me lo ha fatto apprezzare, è l’ironia.
La storia è decisamente semplice e stupisce come si possa estendere per 730 pagine. Certo, la società del tempo e comportamenti dei suoi membri sono descritti minuziosamente, come i dialoghi, spesso i pensieri. Ma se la vicenda non fosse trattata con ironia, a tratti piuttosto benevola, direi, ma non sempre, non credo che sarebbe così piacevole leggere un simile tomo.
La trama: una ragazza, Mary Thorne, e un giovane, Frank Gresham, che si conoscono fino da bambini, si innamorano e lui afferma che vorrebbe sposarla. Peccato che lui sia di famiglia signorile e la nascita di lei sia invece oscura. A ciò si aggiunge che la famiglia di lui è piena di debiti e pertanto ritiene doveroso che lui sposi una donna ricca, cosa che Mary non è. Il racconto è dunque relativo a questo amore travagliato, a cui si intrecciano le storie di altri personaggi, tutti legati ai due giovani. Fra tutti spicca il dottor Thorne, a cui spetta giustamente anche il titolo del romanzo.
L’amore tra Frank e Mary è contrastato, sì, ma i due protagonisti non si abbandonano mai a scene drammatiche né compiono azioni guidati dalla passione. Questo non significa che non siano davvero profondamente innamorati l’uno dell’altra, Trollope lo mostra nelle loro parole e pensieri.
Come mi accade di solito con i romanzi con molti personaggi, la prima parte della lettura è stata meno scorrevole, anche perché dovevo prendere confidenza con il modo di scrivere dell’autore, poi, più che proseguivo, più che provavo lo stimolo a proseguire.
Ci sono alcuni comportamenti del dottor Thorne (non ne parlo per non anticipare troppo) che avrei preferito diversi, visto che è certamente un personaggio positivo, comunque probabilmente quello che fa o non fa dipende dall’epoca in cui vive e quindi dai comportamenti della società vittoriana. Mary, invece, è un’eroina senza macchia e senza paura ed è disposta a difendere il suo amore da tutti, pur essendo, per amore, disposta a lasciare libero Frank dal fidanzamento. E anche il giovanotto è un personaggio positivo, che nonostante le lusinghe e le insistenze della famiglia, conserva intatto il suo amore per Mary, anzi, più il tempo passa e più il sentimento matura e si consolida.
Indovinate come va a finire la storia…
Qui riporto quelli che per me sono esempi del modo ironico di raccontare di cui parlavo all’inizio dell’articolo.
In uno degli incontri, pochi per la verità, fra Mary e Frank, lei sta facendo una passeggiata in groppa a un asinello e lui la va a cercare per dichiararle il suo amore e chiederle di sposarlo. Lei però non riesce a rispondere.
Ma Mary continuò a non dire una parola. Non si mordeva più le labbra; quella era una fase superata, stava ormai concentrando tutti i suoi sforzi per evitare che le lacrime cadessero proprio sul viso dell’innamorato. Non disse nulla. Non poteva rimproverarlo e mandarlo via più di quanto potesse incoraggiarlo. Poteva solo rimanere seduta là, tremando e piangendo e desiderando di trovarsi a terra. Nel complesso a Frank piaceva l’asino. Gli permetteva di arrivare a qualcosa di più vicino a un abbraccio di quanto avrebbe trovato fattibile se entrambi fossero stati in piedi. Lo stesso asino era a proprio agio, e aveva l’aria di essere consapevole e di approvare quel che accadeva dietro le sue orecchie.
Qui, invece, c’è un colloquio fra Frank e suo padre, il possidente Gresham; il giovane ha appena comunicato la sua decisione di sposare Mary Thorne.
Il possidente sorseggiò il suo chiaretto, ma al momento non disse nulla. C’era una pacata, virile, tuttavia modesta determinazione nel figlio che lui a stento aveva notato in precedenza. Frank era diventato legalmente maggiorenne, legalmente un uomo, quando aveva compiuto ventuno anni. La Natura, sembra, aveva rimandato la cerimonia finché non ne aveva avuti ventidue. Spesso la Natura rimanda la cerimonia anche a un’età più avanzata – certe volte addirittura si dimentica di compierla.
Un’altra brevissima citazione dal romanzo la trovate qui.
Anthony Trollope nacque a Londra il 24 aprile 1815 e morì a Londra il 6 dicembre 1882. Il dottor Thorne è il terzo di sei romanzi ambientati nella contea immaginaria del Barsetshire.
(titolo originale Doctor Thorne (1858); letto nella versione italiana del 2005, trad. Rossella Cazzullo)
Nel romanzo, a un certo punto, si racconta delle elezioni per il candidato che deve rappresentare la città di Barchester in parlamento. Fra le altre osservazioni del narratore, tutte ancora attuali, mi ha colpito questa:
È una pessima cosa, certo, che un uomo ricco debba comprare voti; ma anche che un uomo povero li debba vendere.
E subito dopo l’ironia:
Ripudiamo assolutamente un tale sistema con sentito disgusto.
Anthony Trollope nacque a Londra il 24 aprile 1815 e morì a Londra il 6 dicembre 1882. Il dottor Thorne è il terzo di sei romanzi ambientati nella contea immaginaria del Barsetshire.
(titolo originale The Woman in White, 1859; letto nell’edizione 2018, trad. Stefano Tummolini)
La donna in bianco è il primo romanzo che ho letto di Wilkie Collins. Non posso dire che mi sia piaciuto (o piaciuto molto) nel senso letterale del termine, devo però ammettere che ho apprezzato alcuni aspetti.
Per prima cosa il saper creare la suspense, anche troppa, cosa che mi ha indotta a una lettura parecchio frammentata, soprattutto dei primi tre quarti del romanzo: si avverte nell’aria che succederà qualcosa di brutto ai personaggi cui ci siamo affezionati e l’attesa sembra non finire mai, mentre in ogni pagina l’autore ci ricorda che sta per accadere qualcosa di brutto, che le macchinazioni dei cattivi stanno per avere i loro effetti nefasti sui buoni. L’ansia generata nel lettore, a mio parere, è davvero molta; forse Collins si dilunga perfino troppo prima di far verificare quello che è l’evento clou.
La seconda cosa è il modo di narrare: l’autore utilizza molteplici punti di vista: vari personaggi raccontano la parte della storia di cui sono stati testimoni. Quindi abbiamo una serie di narrazioni in prima persona; alcune sono molto lunghe, ad opera dei protagonisti, altre brevi, quando a parlare sono personaggi minori o secondari. Ogni voce è diversa dall’altra, riflette il carattere del personaggio e la sua estrazione sociale. Questo modo di raccontare mi ha fatto venire subito in mente un romanzo di Heinrich Böll, Foto di gruppo con signora, che ho letto molti anni fa, anche se si tratta di testi e di intenzioni narrative molto diversi; nel romanzo di Böll inoltre c’è un narratore che tiene le fila di tutti gli altri interventi e documenti utilizzati per comporre il ritratto della protagonista, la cui voce non compare mai.
I personaggi del romanzo di Collins sono tutti ben caratterizzati e ben descritti; il libro ha più di centocinquant’anni e questo naturalmente si sente, per il linguaggio e una certa prolissità, nonché per il modo in cui vengono sconfitti i cattivi, ovvero con una sorta di punizione divina. Uno dei cattivi è, guarda caso, italiano: il conte Fosco, che si rivela essere tale di nome e di fatto, capace di architettare un piano astuto e perverso.
La donna in bianco è una delle prime storie thriller ed quindi un capostipite del genere, che fece fortuna fino dai suoi inizi.
Wilkie William Collins nacque a Marylebone il giorno 8 gennaio 1824 e morì a Londra il 23 settembre 1889. Fu amico e collaboratore di Charles Dickens.
Ancora altre immagini di Lugano, più precisamente panorami dal monte San Salvatore (m 912), che domina la città e il lago.
La funicolare che porta sul monte San Salvatore
Verso il Monte Rosa
lago di Lugano (ramo opposto alla città)
Lugano
lago di Lugano (ramo verso la città, in basso a sinistra, e oltre)
Questo romanzo si legge, in parte, come una sorta di fiaba, in realtà è tutt’altro, perché ambientato nell’isola di Ceylon durante il dominio degli inglesi, che reprimevano gli aneliti di indipendenza dei nativi, con tutta l’arroganza degli europei nei confronti di coloro che erano (e sono) considerati incivili.
La vicenda rosa si intreccia dunque a quella storica e, in certo senso, ne trae origine. La protagonista, Dido Monica Monkford, è una ragazza ormai considerata zitella e apparentemente insignificante ma, in realtà, è una persona sensibile e di carattere. Una volta entrata in contatto con la realtà dell’isola, sia quella dell’elite inglese che quella dei nativi, accresce la consapevolezza di sé e di quanto c’è di ingiusto non mondo che la circonda, anche grazie all’incontro con il protagonista maschile.
Il romanzo è avvincente e romantico (non solo nel senso di “rosa” ma, come ho detto, per il luogo e il periodo storico in cui si svolge) e i personaggi, in particolare i protagonisti, sono ben dipinti e non banali e destano da subito l’empatia del lettore.
Sinossi
Ceylon, 1817
A Dido Monica Monkford, dopo sei costose e sfortunate stagioni londinesi, non resta che emigrare nelle colonie per trovare un marito accettabile. A Ceylon si aspetta di sposare l’erede di Sir Havisham, ma appena sbarcata nell’esotica Colombo, scopre che le sue prospettive sono, suo malgrado, parecchio cambiate.
Nel frattempo la grande ribellione del popolo singalese contro il dominio britannico sta per infuriare…
Nel caso ve lo foste perso, è stato pubblicato il mese scorso un report preparato da Breakthrough – il National Centre for Climate Restoration, con sede a Melbourne, Australia. Nel caso ve lo foste perso, lo trovate qui, da scaricare, gratis. Sono undici pagine, scritte in maniera molto chiara e diretta. Il genere di breve […]
Segnalo l’uscita di questo interessante saggio di Sergio Bertoni. Se volete sapere di più su questo bravo autore potete leggere questi altri articoli: Delitti misteriosi, L’intruso e altri racconti, Paride Passacantando.
Queste le parole dall’autore
Come ho cercato di chiarire nel miglior modo possibile, il mio è stato solo un lavoro di ricerca e… sartoria (cuci e scuci) realizzato consultando dizionari, enciclopedie, biblioteche, libri specializzati e interessanti seri blog dedicati (ovviamente citati nella bibliografia) e cercando di riassumere il tutto in una novantina di pagine.
La storia dei Cavalieri Templari ha sempre affascinato moltissime persone. Sulla loro gloriosa storia, e sulla loro triste e infamante fine, si sono scritti interi volumi, alcuni molto seri e ben documentati, altri di pura fantasia e gravati da un’infinità di esoteriche sciocchezze. Da parte mia non ho assolutamente inteso scrivere un’opera nuova, bensì ho cercato di strutturare un racconto storicamente attendibile, raccogliendo e riportando, dopo accurata selezione, molte delle notizie che compaiono sia in seri testi letterari, sia in moltissimi e interessanti siti, che si trovano su Internet, e ai quali sono lieto di indirizzare i miei cortesi lettori.
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Riscrivere San Miniato
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Per aspera ad astra