(titolo originale “Voyage au bout de la nuit”; pubblicato nel 1952, edizione che sto leggendo del 2011; traduzione di di Ernesto Ferrero)
Ci si può perdere andando a tentoni tra le forme trascorse. È spaventoso quante ce ne sono di cose e persone che non si muovono più nel tuo passato. I vivi che si smarriscono nelle cripte del tempo dormono così bene con i morti che perfino un’ombra già li confonde.