“Linda di Chamounix” è un’opera di Gaetano Donizetti (1797 – 1848) su libretto di Gaetano Rossi (1774 – 1855), rappresentata per la prima volta a Vienna nel Teatro di Porta Carinzia il 19 maggio 1842 (con Eugenia Tadolini nel ruolo di Linda) e poi a Parigi, il 17 novembre dello stesso anno; nell’edizione di Parigi Donizetti aggiunse l’aria “Oh luce di quest’anima” su richiesta della soprano che interpretava Linda, Fanny Tacchinardi. L’opera ebbe fin da subito un grande successo e anche negli anni successivi venne rappresentata molte volte sia in Italia che in Europa.
A Firenze mancava dal 1910.
Il libretto è basato su una piece francese, “Grâce de Dieu ou la nouvelle Fanchon” di Adolphe d’Ennery e Gustave Lemoine).
È un’opera semi-seria, ovvero unisce sia elementi dell’opera buffa che elementi dell’opera seria. La scelta di Donizetti è probabilmente dovuta sia al fatto che l’opera fu scritta per il pubblico viennese (dai gusti diversi da quello italiano), sia perché i temi trattati (lo sfruttamento dei giovani paesani che vanno a lavorare a Parigi e il comportamento immorale del marchese (che vorrebbe fare di Linda la sua mantenuta) in questo modo potevano passare più facilmente indenni sotto la censura. Inoltre la vicenda -anche se narra fatti contemporanei a Donizetti – è ambientata diverse decine di anni prima.
La trama in breve
In Savoia, alla fine dell’estate, quando il lavoro nei campi comincia a scarseggiare, i giovani e anche i bambini partono per la città (in particolare per Parigi) in cerca di lavori con cui guadagnare qualche soldo. Molti di loro vengono sfruttati (spazzacamini, fiammiferaie, suonatori di strada) e altri finiscono a rubare o a prostituirsi se ragazze. L’opera si apre proprio prima della partenza di un gruppo di questi giovani che vivono nello stesso paese di Linda, una ragazza, figlia unica di Antonio e Maddalena, due contadini poveri e, sul momento, molto preoccupati perché la marchesa, padrona del terreno e della casa, potrebbe non rinnovare loro l’affitto. Il marchese, fratello di lei, promette ad Antonio di sistemare tutto e così fa, però la sua intenzione – che viene poi svelata dal prefetto – è quella di avere Linda come amante. La giovane è innamorata di Carlo, un sedicente pittore, in realtà un visconte, figlio della marchesa. A causa del pericolo rappresentato per la virtù di Linda dal marchese, il padre decide di farla partire per Parigi con gli altri giovani, fra cui c’è Pierotto, un ragazzo che le è molto amico, molto bravo a cantare e a suonare la ghironda, uno strumento caratteristico. (fine del primo atto)
A Parigi Linda viene raggiunta da Carlo, che le rivela la sua vera identità e continua a prometterle di sposarla e la fa alloggiare in un appartamento, le dà denaro e abiti (anche se il loro rapporto rimane platonico). Un giorno arriva a Parigi Antonio, che si reca da Linda credendola la moglie del visconte. Quando lei si fa riconoscere la reputa una donna perduta e la disconosce. In quel momento giunge Pierotto che riferisce di aver visto i preparativi di un fastoso matrimonio nel quale lo sposo è proprio Carlo. Linda impazzisce per il dolore e Antonio se ne va. (fine del secondo atto)
I giovani andati a Parigi tornano, alla fine dell’inverno, in Savoia. Tutti tranne Pierotto e Linda. Arriva anche Carlo, che non ha sposato la donna che voleva imporgli la madre ed è invece riuscito a convincerla a dargli il consenso di sposare Linda. Ma Linda non c’è e nessuno sa dove sia. Lui decide di partire per cercarla, ma prima che lo faccia la giovane giunge insieme a Pierotto; lei però non riconosce nemmeno i genitori. Nel sentire la voce di Carlo ha delle reazioni, ma poi dice che non è il “suo” Carlo. Allora lui le canta i versi che le cantava quando lo credeva un pittore e lei lo riconosce e riacquista il senno. I due si sposeranno e vivranno felici e contenti. (fine del terzo atto)
Ho tralasciato diverse scene, volevo solo appuntare qualcosa per tenerne memoria.
Prima di assistere alla rappresentazione al Teatro del Maggio di Firenze sono stata a tre presentazioni dell’opera, fra cui una in cui il regista stesso ha raccontato del suo lavoro sulla Linda. Questo mi ha consentito – oltre che di venire a conoscenza di cose che non sapevo – di seguire e gustare meglio l’opera, che mi è piaciuta molto. La musica è bella e la storia interessante non tanto per la vicenda di Linda (poco realistica) quanto per il tema dei ragazzi spinti dalla povertà a emigrare ogni anno a Parigi a cercare lavoro nella metropoli che stava vivendo la rivoluzione industriale.
Artisti
Linda (soprano) – Jessica Pratt
Pierotto (contralto) – Teresa Iervolino
Carlo (nipote del marchese) (tenore) – Giulio Pelligra
Antonio (padre di Linda) (baritono) – Vittorio Prato
Maddalena (madre di Linda) (soprano) – Marina De Liso
Il marchese Boisfleury (basso buffo) – Fabio Capitanucci
Il Prefetto (basso) – Michele Pertusi
L’intendente del feudo (tenore) – Antonio Garès
Maestro concertatore e direttore – Michele Gamba
Regia – Cesare Lievi
Scene e costumi – Luigi Perego
Luci – Luigi Saccomandi
Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino * Maestro del Coro – Lorenzo Fratini
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