Nell’ambito dell’iniziativa “Libri sotto l’albero” abbiamo incontrato alcuni autori indipendenti e posto loro alcune domande.
L’intervista che segue è a Concetta D’Orazio, autrice fra l’altro di “La fragranza dell’assenza”, di cui potete leggere per prima cosa la sinossi. Il romanzo è disponibile sia in formato ebook che cartaceo sullo store di amazon.
Cosa contengono quei biglietti che Maria Celeste riceve da insoliti personaggi? Sono lettere, come quelle di una volta, all’interno di buste color panna.
Perché la giovane farmacista ubbidisce in maniera incondizionata a misteriosi comandi, recandosi di volta in volta in posti diversi, facendo incontri così singolari?
Vissuto e presente, in una giostra di attese e di rievocazioni, lungo un sentiero che è di tenerezza ma pure di sofferenza. Su tutto, l’ombra di un amore, di una felicità che ha lasciato il posto all’angoscia dell’abbandono.
Un ricordo che si fa affanno e che sfoga il suo dolore sul fisico della protagonista, impegnata a mantenere un’eccessiva linea esile.
Maria Celeste si aggira intorno alla sua solitudine, con l’unica compagnia di una fragranza: un’emozione che non coinvolge il solo senso olfattivo ma si espande a toccare quelli più nascosti nel suo essere.
Roberto Bonfanti Ciao Concetta, questo romanzo mi è piaciuto molto, poi posterò la recensione fatta al momento della lettura. In questo estratto introduci uno dei (tanti) temi del libro: il disturbo alimentare della protagonista, legato al suo particolare stato d’animo. È un argomento che ti coinvolge in qualche modo?
Concetta D’Orazio Ciao, Roberto, i disturbi alimentari appartengono soprattutto ai nostri tempi. Personalmente non ho mai avuto coinvolgimenti, in questo senso. Spesso, però, ci troviamo ad ascoltare storie di persone che ne soffrono.
Antonella Sacco Ciao, Concetta. Nel romanzo usi spesso frasi brevi, anche molto brevi: è una scelta stilistica per questa storia, per rappresentare meglio la psicologia della protagonista, che è anche la narratrice?
Concetta D’Orazio Sì, è proprio così. Attraverso questa scelta stilistica mi sembra di trasmettere l’animo inquieto della protagonista.
Antonella Sacco In effetti è vero. E anche le sue incertezze. C’è qualcosa di autobiografico nel personaggio di Maria Celeste? Intendo qualche dettaglio.
Concetta D’Orazio Maria Celeste è una donna che spende molto del suo tempo a riflettere, a pensare: in questo siamo molto simili. Posso dire che ho passato a Maria Celeste questo mio vizio. E mi dispiace per lei, perché la vita sarebbe senza dubbio più piacevole senza perdersi in un continuo rimuginare, spesso fine a se stesso.
Roberto Bonfanti Concetta, come organizzi la stesura dei tuoi libri? Fai scalette, schemi a cui ti attieni in maniera rigorosa o precedi in base alle sensazioni del momento, ti fai guidare dalle tue storie e dai tuoi personaggi senza prevedere dove ti porterà la narrazione? Lo so che è una domanda “difficile” ��, ma è sempre interessante capire la genesi dei romanzi e dei racconti.
Concetta D’Orazio Roberto, non ho un metodo valido per tutto. Per storie come quella di “Nero di memoria” preferisco avere davanti agli occhi la cosiddetta scaletta, accuratamente preparata prima di iniziare a scrivere. “Nero di memoria“, però, parte da una rivisitazione di un momento storico: in questo caso, i dati devono essere precisi. Il racconto inventato per “La fragranza dell’assenza” aveva bisogno di svilupparsi a suo piacimento, verso l’evoluzione e la conclusione della narrazione. Ho lasciato che fosse la storia a trascinarmi e non viceversa.
Antonella Sacco Più in generale, quanto le tue esperienze personali, anche di piccole cose quotidiane, influenzano e ispirano le cose che scrivi?
Concetta D’Orazio Credo che il mio vissuto, in un modo o nell’altro, si proietti inevitabilmente dentro le mie storie. Il più delle volte si tratta di rapidi e fugaci accenni a qualche convinzione, a qualche preferenza, a qualche paura, a qualche passione. Queste “intromissioni” di me stessa nel racconto spesso sono minime, talmente impercettibili che nemmeno me ne accorgo. Solo dopo attenta rilettura riuscirei forse ad individuarle, ma non ho mai avuto tempo ed interesse a cercarle.
Sergio Bertoni Concetta, come avviene alla maggior parte di noi, prima di dedicarci alla scrittura ci piace leggere e anche molto: qual è il tuo libro preferito o i tuoi preferiti? e qual è il tuo genere preferito?
C’è un romanzo che hai trovato talmente noioso o disgustoso da non riuscire neanche a terminarlo?
C’è un libro che non leggeresti assolutamente mai, neanche se ti pagassero?
Concetta D’Orazio Sergio, come si potrebbe scrivere senza leggere? Sebbene per ogni lettura si attivi un indice di gradimento, tuttavia non ho IL libro preferito: tutti i libri, anche quelli brutti, lasciano dentro di noi la scia del loro passaggio. Ti dico che la mia casa è piena di libri e non riuscirei a lasciarne andare nemmeno mezzo, compresi quelli che non mi hanno trasmesso niente. Per quanto riguarda il genere, preferisco la letteratura introspettiva, quella di riflessione ma, a prescindere da ciò, mi piace tutto quello che è scritto bene. Ho trovato sì libri che non sopportavo: mi è accaduto spesso negli ultimi anni e mi sono anche concessa il diritto di chiuderli senza terminarli. Ovviamente non ti dico il titolo, anche perché non lo ricordo: si vede che ho rimosso dalla memoria. Non leggerei saggi di tipo tecnico e matematico, per una mia personale difficoltà a rimanere concentrata su questi argomenti.
Antonella Sacco Concetta, qualche autore prediletto lo avrai… o no?
Concetta D’Orazio Antonella, no, nel senso che, nel corso della vita ho amato leggere questo o quello ma non uno in maniera strettamente preferenziale.
Antonella Sacco Quanto conta e quanto influenza la tua scrittura l’avere una cultura classica? Se ha un’influenza, naturalmente, oltre a quella di averti provvista di una scrittura ineccepibile e non banale.
Concetta D’Orazio Che domanda. Se ti dicessi che non conta, mentirei. Premetto che ti parlo solo ed esclusivamente della mia esperienza personale. Il fatto di avere una cultura classica, in primo luogo, mi rende più sicura nell’utilizzo della lingua italiana, mi proietta inoltre verso una scrittura orientata verso l’introspezione e la riflessione. Le influenze che provengono dagli studi classici sono inevitabili, soprattutto in merito alla scelta degli argomenti, credo. Come potrei non risentire di tutto ciò che fa parte della mia vita?
Antonella Sacco Che cosa fa scoccare la scintilla per una nuova storia? O che cosa lo ha fatto per i libri che hai scritto finora.
Concetta D’Orazio Una storia arriva quando riesci ad ascoltarla. E allora la devi mettere giù. È accaduto così per “La fragranza dell’assenza” e per “Setti giri di donna”. Solo “Nero di memoria” è un libro che è nato da un ragionamento: avevo finalmente preso la decisione di “romanzare” una storia d’amore nata ai tempi della seconda guerra mondiale. Il ragionamento ha segnato solo l’inizio del lavoro, che comunque è stato poi alimentato dall’ispirazione.
Antonella Sacco Stai lavorando a qualcosa di nuovo? E, se sì, a cosa?
Concetta D’Orazio Sì e no. Sì perché ho scritto una buona parte di un racconto nuovo, no perché non riesco ad andare avanti. Sto cercando in tutti modi di sbloccarmi, ho persino stampato su carta quanto ho già messo giù, ma non ho ottenuto alcun risultato. Forse la storia non è ancora pronta.
Antonella Sacco Speriamo che queste chiacchierate ti aiutino a ripartire, allora. A volte succede che parlando di scrittura ci vengano in mente nuove possibilità. In mente in senso lato, penso che sia soprattutto il nostro subconscio a fornirci gli spunti per scrivere.
Concetta D’Orazio Lo credo anch’io, d’altronde “l’appetito vien mangiando”!
Camillo Carrea Preferisci curare la trama dei tuoi racconti, oppure preferisci approfondire l’aspetto psicologico dei tuoi personaggi?
Concetta D’Orazio Di solito seguo i personaggi ed essi si avventurano per strani sentieri, fanno di testa loro. E così mi ritrovo che, a furia di osservarli, ho già pronta la trama o buona parte di essa. Il guaio è che a volte i personaggi si fermano e non vogliono proprio ripartire. Così si blocca tutto. E mi blocco anch’io.
Nel seguito potete leggere le recensioni fatte al romanzo “La fragranza dell’assenza”
Antonella Sacco * Un racconto in prima persona per una lettura che scivola via leggera. Ma è una leggerezza apparente, dovuta alla cura con cui l’autrice scrive e fa parlare la protagonista di sé e delle sue incertezze e paure.
Seguiamo con interesse e partecipazione Maria Celeste – il nome richiama la leggerezza a cui la donna aspira – nel suo vivere quotidiano in cui la solitudine la fa da padrona e la induce a sacrificare il suo corpo. Poi, dal momento in cui inattesi messaggi, che le propongono strani appuntamenti in luoghi sempre diversi, irrompono nel suo tran-tran, diventiamo anche curiosi, come lei, di sapere chi e perché li sta inviando, e, anche se forse potremmo sospettarlo, non ne abbiamo certezza fino alle ultime pagine.
Un romanzo davvero ben scritto, con uno stile personale e grande proprietà di linguaggio.
Roberto Bonfanti * Maria Celeste lavora in una farmacia ed ha un rapporto conflittuale con colleghi e titolare, vive con una coinquilina pasticciona e si trova impelagata in una relazione in cui non crede molto, con un uomo che le dà poco ma che vorrebbe troppo. Una donna come tante, tormentata dalla sgradita immagine mentale che ha di se stessa e consumata dal ricordo e dall’assenza di qualcuno che, solo lui, la rendeva completa. Un’assenza talmente forte da assumere anche un odore, una fragranza, appunto.
La sua singolare ancora di salvezza, mentre il suo mondo cambia e si disgrega a poco a poco, è una specie di “caccia al tesoro” che le fornisce indizi, sotto forma di lettere consegnate a mano da sconosciuti, alla quale si aggrappa per ritrovare se stessa e la felicità di un tempo.
Un romanzo ben lontano dagli stereotipi e dai cliché del romance contemporaneo, fatto di riflessioni profonde sulla solitudine, sulla vita e sull’amore, di gustosi siparietti di quotidianità e di relazioni con gli altri. La scrittura leggera e intensa allo stesso tempo di un’autrice che non vi deluderà.
Sergio Bertoni * Un romanzo molto complesso. Protagonista è Maria Celeste che dietro l’apparenza semplice di una giovane donna scontenta della propria vita, perennemente in contrasto con se stessa, e afflitta da una sindrome anoressica della quale non si rende conto, nasconde il mistero della causa primaria del suo conflitto interiore.
Insoddisfacente e solo epidermico è il suo rapporto con un uomo superficiale ed egocentrico, verso il quale tra l’altro non riesce a nutrire alcun sentimento particolarmente intenso.
Problematico anche il suo rapporto sia con la farmacista presso cui lavora sia con i colleghi e i parenti. Un’esistenza sospesa in un limbo che il lettore non riesce a penetrare. Un limbo dominato dalla misteriosa sparizione di un qualcuno del quale è rimasto solo un vago ricordo quasi solo olfattivo e che, tuttavia, sembra essere la reale causa di tutto. Il senso di straniamento, che pervade il lettore, si accresce con la comparsa di misteriosi messaggi consegnati da enigmatici personaggi. Da qui ha origine una specie di “caccia al tesoro” della quale non si comprende il significato e che incuriosisce e avvince chi legge.
In definitiva, un eccellente romanzo dallo stile personalissimo, molto articolato e affascinante, assai diverso nella trama e nel tessuto semantico dalla gran parte delle letture cui siamo abituati. Un’aura di mistero sovrasta l’intera vicenda che assume quasi le caratteristiche di un “giallo” e che infatti solo alla fine rivela il suo segreto.
Consideriamo queste chiacchierate non concluse, chiunque voglia commentare, fare una domanda, intervenire in qualche modo, è benvenuto.
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